L’Associazione Culturale Khatawat, nasce nel Maggio del 2006 dall' idea ed esperienza di Sara Succi di creare un polo dove riunire discipline e arti con lo stesso denominatore comune: il benessere psico-fisico e lo sviluppo personale. Sara coinvolgerà in seguito Giacomo Gentile e Paolo Veronica per la realizzazione della sede ufficiale dell'associazione che viene aperta nel 2007. L'apporto dei nuovi collaboratori crea un' ampliamento di colori e di sfaccettature diverse, ed inizia così l'avventura vera e propria del centro.
La parola Khatawat, dall’arabo “passi”, è stata scelta perchè rappresenta il viaggio, il cammino che ognuno compie dentro e fuori di sè.
È stato scelto il Comune di Forlì perché l’esperienza maturata ha messo in luce l’esigenza del territorio di avere un punto di riferimento e d’incontro per condividere esperienze di cultura, danza, discipline olistiche, musica, arte e teatro provenienti da tutti i continenti; la necessità di avere un luogo accogliente e rigenerante, dove trovare spazio per se stessi e condividere esperienze di crescita personale, in un luogo d’incontro, scambio e ricerca che lasciasse spazio all'individuo e al sentire.
L’apertura del centro nel corso del tempo ha dato e da l’opportunità alle risorse già presenti nel territorio di trovare un punto di riferimento nel quale potersi esprimere e offrire alla cittadinanza la possibilità di avvicinarsi e conoscere differenti forme culturali, percorsi di crescita e momenti di relax e svago. Nel 2009 nasce anche la ludoteca, da un 'idea di Paolo Veronica.
Infatti oltre ai corsi con i nostri insegnanti e ai seminari di approfondimento con maestri provenienti da tutto il mondo, noi di Khatawat organizziamo: il.rof, un festival itinerante realizzato insieme ad altre due associazioni amiche; concerti e conferenzeriguardanti il nostro ambito; spettacoli su richiesta ed esibizioni.
La danza Polinesiana è molto antica ed ha il potere di trasportarti attraverso il tempo e lo spazio portando alla tua vita un linguaggio ricco di insegnamenti.
Il movimento è concentrato nella parte inferiore del corpo (fianchi, piedi, ginocchi) e le mani, che ci raccontano una storia è quasi una specie di mimica, si realizza in flessione e simboleggia l'unione con la Madre Terra, i costumi sono un ulteriore elemento per descrivere un certo evento, e in un principio venivano fatti con elementi 100% naturali.
Quando questi popoli sono stati conquistati questi Danze sono stati vietate, portando quasi alla scomparsa di la stessa. fu all'inizio del 900 quando si è ripresa e sono state sfruttate come attrazione turistica, tuttavia, per queste popoli la danza è e sarà la unione tra l'uomo e lo divino perché sono cariche di significato spirituale.
DENISE GALASSI – DANZA AFRICANA
Il corso si ispira alle Danze popolari e tradizionali originarie in Africa Occidentale.
Ogni lezione è accompagnata da musica suonata dal vivo. Danza e musica, infatti, sono elementi inscindibili: il passo segue il ritmo che la musica propone, la musica suona il ritmo che il passo danza.
Danza e musica comunicano attraverso un vero e proprio linguaggio, creando un'unica espressione fatta di passi danzati, di accenti sul djembe, di gestualità e ritmica dei tamburi bassi.
Una lezione standard è suddivisa in fasi diverse.
La prima parte è dedicata a scioglimento delle tensioni, allungamento, riscaldamento muscolare e preparazione posturale specifica alla danza proposta durante la lezione/che seguirà.
A questa prima fase segue l'approfondimento della conoscenza di passi ispirati alla tradizione, attraverso un lavoro di movimento nello spazio e di montaggio di sequenze coreografiche/coreografie.
La parte conclusiva della lezione è destinata a rilassamento e stretching.
La Danza africana apporta a chi la pratica svariati benefici: scioglie le tensioni, ricarica le energie, migliora il coordinamento degli arti, permette l'eliminazione delle tossine ed inoltre apre la mente verso culture altre, stimola la partecipazione ad espressioni corali, aumenta la consapevolezza mente-corpo individuale e di gruppo e, ultima ma non certo per importanza, fa sorridere di più.
SIMONA RUZZA - FLAMENCO
Con il termine flamenco si intende tutto quanto rientra nell’ambito della cultura gitana e cioè il linguaggio, la poesia, la musica, la danza, i costumi e la maniera di vivere. Il ritmo incalzante dei piedi e delle mani scandisce le contrastanti emozioni espresse in questa danza.
Nel flamenco, infatti, vengono rappresentati l’amore, la passione, la sensualità, l’allegria e il dramma in forme sempre nuove.
La bellezza del ballo Flamenco si manifesta nello stile, che può ispirare una gamma infinita di effetti plastici e nella viva espressività coreografica che richiama alcune danze orientali.
Il flamenco è una danza terapeutica per la mente e il corpo: scarica le tensioni a terra attraverso il battito dei piedi e nello stesso tempo ricarica di energia. Il movimento delle mani e delle braccia, massaggia la spina dorsale e la mantiene dritta sviluppando i muscoli pettorali. Le gambe e i glutei attraverso lo zapateado, diventano tonoci. Ma la cosa più importante è che musica e danza toccano l'anima.
STEFANO FABBRI - PERCUSSIONI
In Africa la musica è un linguaggio antico che ancor oggi è parte viva della cultura quotidiana: matrimoni, battesimi, riti di iniziazione sono scanditi e accompagnati dai tamburi che marcano i movimenti della danza, ballata da tutta la comunità.
Spazieremo alla scoperta di alcuni ritmi provenienti dall' Africa dell'Ovest (Guinea, Mali, Costa d'Avorio, Burkina Faso) cercandone nell'approccio, un modo nuovo di intendere la musica.
L'oralità è il linguaggio padrone di questa disciplina, trasformando le parole in suono ed il suono in ritmo. Grazie alle note prodotte da ogni strumento si crea la melodia.
E' una musica d'insieme che sviluppa il senso ritmico, la memoria musicale e l'ascolto. Gli strumenti che useremo sono il Djembè, membranofono a forma di calice su cui in una delle due estremità è tesa una pelle di capra; i Tamburi Bassi, più precisamente Kenkeny, Sangban e Doundoubà, sempre membranofoni, ma con le pelli da ambo i lati, suonati con l'aiuto di mazzuoli e campane.
Stefano Fabbri percussionista e batterista suona e impara, attraverso il metodo africano della trasmissione orale l'arte del djembe' e dei tamburi bassi accanto a musicisti professionisti dei “Ballets Africaines” e "Merveille de Guinee".
NAZZARENA VALBONETTI – CAPOEIRA ADULTI
Il corso di Capoeira per adulti è rivolto a tutti coloro che cercano qualcosa di nuovo, unico e affascinante, una disciplina a 360 gradi che è una sintesi di danza, lotta, acrobazie, canti e musica, adatta a qualsiasi persona senza limiti di età ma con una grande voglia di divertirsi e raggiungere obiettivi personali.
ALESSANDRA ZATTONI – CAPOEIRA BIMBI
La Capoeira è arte, danza, lotta, sport, difesa personale, ginnastica e cultura. È accompagnata da canti e strumenti a percussione di origine afro-brasiliana: Berimbau, Pandeiro, Atabaque e Agogo.
La capoeira è una forma di socializzazione sviluppa la creatività dei partecipanti grazie all'improvvisazione dei movimenti e al lavoro sui canti e sugli strumenti musicali. Il bambino impara a danzare e cantare migliorando il livello di coordinazione,l'attenzione e la concentrazione,oltre che la forza e l'elasticità.
GIOVANNI FRESA - KENDO
Considerato in Giappone l’arte marziale per eccellenza, Kendo significa letteralmente Via (Do) della Spada (Ken), e secondo la definizione ufficiale, coniata dalla Federazione Giapponese di Kendo, lo scopo della pratica del Kendo è:
Plasmare la mente e il corpo, coltivare uno spirito vigoroso, e, attraverso un corretto e severo addestramento, sforzarsi di progredire nell’arte del Kendo, tenere in considerazione la cortesia e l’onore, associarsi agli altri con sincerità, e perseguire sempre il miglioramento di sé stessi
Nella pratica, il Kendo è una moderna forma di scherma, evolutasi dalle tecniche di combattimento con la katana anticamente utilizzate dai samurai.
La tradizionale katana è stata sostituita dal bokuto, usato solo per una serie di dieci forme, i kata, che racchiudono l’essenza del kendo, e dallo shinai, una spada costituita da quattro listelli di bambù, tenuti insieme da parti in pelle, che viene utilizzato per il combattimento vero e proprio (jigeiko).
Il corpo è protetto da un’armatura (Bogu) formato da una maschera (Men), un corpetto (Do), un paio di guanti (Kote) ed un paraventre (Tare). L’abbigliamento indossato sotto il bogu comprende una giacca chiamata kendogi e l’hakama, la tradizionale “gonna-pantalone”.
Un fazzoletto di cotone chiamato tenugui viene avvolto intorno alla testa, sotto il men, per assorbire il sudore e fare in modo che la maschera venga calzata comodamente.
Si tratta di una disciplina che può essere praticata da chiunque e, per le sue caratteristiche, può essere considerata disciplina formativa, attività sportiva o ludica, studio e applicazione della strategia del combattimento, forma di educazione fisica o disciplina spirituale.
Oltre ad un continuo studio di sé stessi, il Kendo migliora le proprie capacità di equilibrio, velocità, riflessi, armonia e uso della propria energia, educa al rispetto dell’avversario e ad un’etica, tipica delle arti marziali, che sviluppa dimensioni ormai perdute in altri sport.
TOPI ALESSANDRO - KUNG FU SHAOLIN BIMBI
Il kung fu del monastero di Shaolin in Cina è una delle piu' antiche arti marziali cinesi si contraddistingue per il suo lavoro completo composto di piu' parti ... tecniche di difesa e attacco ... meditazione ... allenamento e studio delle armi tradizionali.
L' avviamento a questa stupenda arte sara' suddiviso, a seconda delle età, sotto forma di gioco propedeutico e con una grande parte dedicata alla preparazione fisica, scioglimento, allungamento e rinforzo della struttura fisica e morfologica del bambino, senza tralasciare la formazione morale e comportamentale del giovane allievo.
Molti esercizi sono presi dall' osservazioni degli animali altri dall' acrobatica di base una delle caratteristiche peculiari dello Shaolin è che si adatta perfettamente sia per i maschi che per le femmine.